La smistalettere

Il vostro mondo in un mondo di lettere

“Stella mia”

Cari lettori,
ogni giorno con un peso in più sul cuore, ma un sorriso in più, mi ritrovo a pensarvi e a scrivervi. Sì perché anche se non pubblico lettere quotidianamente, io vi penso ugualmente e vi scrivo, a volte in bozza, altre con il pensiero, o semplicemente tramite mail. Perché vi leggo sempre e vi porto con me.
Come state?
Cosa mi raccontate?
Fatevi sentire, nonostante a me piaccia ascoltare anche i silenzi.
Ecco la lettera di oggi.

Stella mia,
ti scrivo di nuovo perché parlare con te è ancora il modo più naturale per me di esprimere il dolore, la gioia: per esprimere me stessa in qualsiasi forma. Non ho mai dimenticato la sensazione di essere ascoltata da te, che prendevi masse oscure dalle mie profondità e te le addossavi tu, chissà se poi te le sei tenute o te ne sei liberato. La tua assenza ancora mi sconcerta nonostante una superficiale abitudine al non averti più accanto a me. Nel profondo però io ti sento ancora vicino, sei ancora importante. Vederti e parlarti non mi da più le stesse pienezze perché tu non vuoi.
Non so cosa pensi.
Ma se credi che vorrei leggerti nella testa ti sbagli, conosco la tua inclinazione a ingannare non solo chiunque, ma anche te stesso: per questo ti faccio i miei complimenti, hai una capacità di pensiero che ti invidio. Mi dicesti un anno fa che né tu né io avevamo paura di soffrire. No… Tu non l’hai ancora superata, né mai la supererai, anche comportandoti con autocontrollo e stando nella tua parte buona.
In ogni caso mi manchi, nel bene e nel male, so che non era poco il dolore che mi causavi. Ma già lo sai che a te perdono tutto, come ho sempre fatto e come spero di non fare un giorno, a meno che non lo voglia anche tu. Sei importante, sei ancora importante. Mi ricordo quando mi dicesti, al mio “prima di tutto la famiglia”, “tu sei la mia famiglia”. Sono contenta che tu abbia trovato che la tua vera famiglia è quella che ti sta accanto adesso. Comunque tornando a me ti scrivo perché come mi hai detto da poco sono un’egoista di merda, quindi ho bisogno di sfogarmi un po’, sperando che come un anno fa tu nella mia oscurità porti un fascio di luce bianca. Dov’è la luce, dov’è il sostegno, dov’è “l’importante”?
In questo periodo mi sento la colonna portante di me stessa, ma non credo sia un passo avanti, perché questa è una conseguenza del fatto che mi senta sola, così sola, a volte annego in un mare di solitudine… E cerco di restare a galla che ci sono gli scogli, ma gli scogli mi ripugnano, e allora come si fa?
L’altro giorno Erica mi ha mandato un messaggio, “che senso ha rincorrere qualcuno che non raggiungeremo più?”. Beh, che non ti abbia mai raggiunto sul serio credo di averlo capito, credo che quell’inguaribile romantica e ottimista piccola me stessa laggiù lo stia metabolizzando. Ma il punto è che come faccio a non rincorrerti più, se è la parte più profonda di me che ti cerca… Che si muove? Tu sei parte di me. Sei parte della mia famiglia, che tu lo voglia o no. Mi immagino il giorno di natale, che imbarazzo, dovrò farti gli auguri e tu chissà se risponderai…
Un anno fa, quasi, dicesti “è l’ultima volta che ti aiuto”, beh mantenesti molto bene quella promessa. Non mi dimentico ancora quella sera, il trenta dicembre scorso. Ti baciai, e fu così dolce… Forse l’ultima serata che passammo come due persone che ci tengono l’una all’altra. Il giorno dopo l’indifferenza che mostrasti mi lasciò un po’ dolorante al cuore, un po’ quello che provo ancora ora.
Se ci pensi un po’ è buffo, un po’ è triste, tu chissà se ogni tanto fai volare il tuo pensiero su quella che una volta era la tua principessa. Mentre io… io sto scrivendo una lettera d’amore per la parte peggiore di te, per quella che mi ha ferito un milione di volte, un po’ per difesa, un po’ per orgoglio, un po’ per divertimento.
Sento che tra te e me, da quando ci conosciamo, ci sia un dislivello di maturità. Di sicuro all’epoca tu eri più maturo di me, anche se i tuoi scleri da bambino non me li scorderò facilmente – che trauma!-. Chissà ora. Chissà come sarebbe riprovarci – non che io voglia, ormai mi sono fatta un’idea, una concezione di te così splendente che non vorrei macchiarla con la realtà -, le condizioni sarebbero diverse, sarebbe tutto diverso. Noi siamo diversi.
Grazie perché se non fosse stato per te io ancora lascerei giacere sepolti dentro i miei anfratti ciò che solo alla luce avrebbe smesso di mangiarmi lentamente da dentro. Hai smosso le acque dentro di me. Grazie.

Ancora, purtroppo, (quasi) interamente tua eterna affezionata

Ex migliore amica e fidanzata che non mantiene le promesse

.cascate

La cosa che mi ha colpito di questa lettera è l’amore incondizionato che si avverte nelle parole di questa ragazza che continua a trovare i pregi e i lati positivi di questo lui, troppo importante per lei, ringraziandolo nonostante si sia allontanato da lei facendola soffrire. Quando si ama è così d’altronde. Non perché siamo ciechi o non vogliamo vedere, ma perché abbiamo l’esigenza e la capacità di prendere solo e soprattutto il buono, quello che ci può rendere felici o che ci ha reso felici, quello che ci ha fatto bene e che potrebbe continuare a farlo.
Eppure qui c’è anche tanta consapevolezza e lucidità, che la vita si sa ci mette sempre davanti alla realtà nuda e cruda. E lei lo dimostra fino alla fine.
Come sempre vorrei far arrivare queste lettere ai destinatari, perché sarebbe la cosa più giusta e più bella sapere che le parole che abbiamo dentro possano posarsi negli occhi e nel cuore di chi dovrebbe riceverle, anche se non vorrebbe custodirle. Perché certe parole restano dentro, anche se le rifiutiamo o ignoriamo.
E voi cosa sentite il bisogno di dire o raccontare? Chi vorreste raggiungere?

Vi aspetto sempre qui, allo stesso indirizzo.
Un abbraccio e buona serata a tutti,

La Smistalettere ©

(Foto modificata, presa da Gratisography)

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